Dirò tutto solo in presenza del mio Porcone

(Questo è un intervento di blog scritto in un momento di sfogo e di rabbia, con il porcone ancora in gola. L'utilizzo di determinati concetti e rabbia scritta non sempre rappresenta il mio modo d'agire)

In una mistura di voglia di combinare qualcosa, punk italiano e rabbia gigante. Non che il punk mi rappresenti, ma in questi periodi inizio a carpire i significati.
Gli studi sulla sottocultura punk: a questi mi riferisco. Parte del corso di comunicazione di massa si è incentrato proprio su questo: sui significati nascosti sulla superficie della cultura punk nel suo periodo di splendore viola, gli anni '70/'80.

Una contestazione "obliqua", definita così perchè non diretta, frontale, come le contestazioni prima del '68 e poi del '77. Non i movimenti giovanili e studenteschi che contestavano il potere con la forza della lotta, ma persone che prendevano atto della loro distanza da una società ottusa, assurda, fondata sui pregiudizi e chiusa. Prendendone atto, se ne distaccavano. Come avessero fondato una loro società alternativa, con linguaggi originali, abbigliamenti di cui prendono il significante e neutralizzano il significato, i punk vivono benissimo.

Anzi, i punk hanno vissuto veramente bene, i loro anni di contestazione obliqua.
Sono sicuro, sebbene non abbia prove precise, che un punk fosse in pace con se stesso, sebbene in lotta con la società maggioritaria. Un gruppo di punk si capivano al volo: linguaggi e parole in comune, messaggi lanciati con tutta la persona e non solo con la voce. Sì, un po' come gli animali, ma anche questo è contestazione, probabilmente.

A me, una società in cui non si possa dire chiare le cose in faccia, non piace.
Non mi piace che debba nascondere quello che penso perchè "troppo sfacciato" o "non accettabile". Nemmeno mi sta più bene che chi mi è sempre stato vicino e mi ha sempre dato ragione, poi mi dia torto non tanto per il concetto espresso, quanto per la forma.
Sì, la forma è importante. La forma è fondamentale.
La forma è definitivamente fondamentale. Prendiamo un esempio: se io ti voglio mandare a fanculo, ti voglio dire che puoi andartene e sparire completamente dalla mia vista finchè non cambi totalmente il tuo atteggiamento verso di me, non posso dirtelo con gentilezza.
Non posso mandarti a fanculo se non mi viene permesso di urlare e sbattere i pugni.

Io voglio mandarti a fanculo urlando, sbraitando, sfiatandoti in faccia, e pure piangendo, disperandomi, se mi sembra il caso.

La forma è fondamentale, e chi rompe il cazzo deve prendersi la forma su per il culo, come è giusto che meriti.

Se invece devo dire "io mi sono follemente innamorato di te dal primo momento in cui ti ho vista", non posso sbraitare, non posso urlartelo. Però mi permetterai di essere sfacciato, dire "sei una meraviglia" senza che la gente mi guardi con gli occhi della follia, come stesse vedendo una merda d'un Vine di sette merdosi secondi del cazzo.

La forma è importante, i punk l'avevano capito. E voglio essere libero, in questo Paese di falsi perbenisti, di moralisti del cazzo e di paraculi di merda, carrieristi sfrenati e facce da culo di professione, di dire quel cazzo che mi pare, sempre e comunque.

Tu, che stai leggendo, sei nella stessa mia situazione. La puoi vedere diversamente, ma sai che almeno in parte ho ragione.
Ricordati sempre che come tu puoi leggere questo articolo, il Papa può leggerlo. Obama può leggerlo. Siamo tutti uguali a questo mondo. Tutti umani alla stessa maniera.
E in quanto tutti umani, tutti dobbiamo avere il diritto di essere mandati a fanculo se ci sono delle ragioni vere e giuste.

Lotterò per mandare a fanculo il mondo intero, e il mondo intero mi manderà a fanculo, ma io sarò già avanti, non sentirò: avrò già mandato a fanculo Marte, poi Giove...

Commenti

Post popolari in questo blog

Appello Per la Barba in Costituzione

Non accontentarti mai