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Visualizzazione dei post da settembre, 2013

Mi laureerò prima della fine del mondo?

Il Sole avrà inglobato e distrutto Venere, e nasceranno persone, umanoidi evoluti, che temeranno la vita, che soffriranno il pensiero di mettere al mondo loro simili. Popoli di gente che non saprà nulla di noi, come noi supponiamo e ci arrovelliamo sulla vita dei Neanderthal. Noi saremo dei Neanderthal per altre persone. Non capiranno la nostra scrittura, non sentiranno mai le nostre voci. Avranno davanti il Sole, che occuperà tutto l'orizzonte, e che avrà bruciato quasi tutta la vegetazione presente sulla Terra. Sarà una Terra arida e senza speranze, esattamente come adesso. Solo che adesso abbiamo ancora un miliardo di anni per godercela, tenerla bene o meno e viverci. Quando arriverà il Sole, nulla - e ripeto, nulla - potrà salvarci. O, da specie evoluta quale saremo, avremo sviluppato e colonizzato altri pianeti in altri sistemi solari vivibili, o sapremo chiaramente quale sarà la nostra fine. Saremo esseri glabri, senza unghie, con piedi sempre più piccoli e con pelle sempre

Non accontentarti mai

Non ci devi stare insieme perchè te la dà. Non ci devi stare insieme solo perchè quello che fa ti procura il godimento giusto. Non basta che sia bella. Non basta che sia un bel trofeo da alzare in faccia ai tuoi amici. Non basta che ti faccia ridere, che ti dica la battuta giusta, che sappia come farti star bene. Non ci devi stare insieme perchè è fedele.  Non è una scopamica, ci devi stare insieme. Deve essere la ragazza da guardare negli occhi per trarre tutta l'ispirazione per prendere con filosofia i lati più sconnessi della vita. Devi pensare a lei come prima scelta per fare qualsiasi cosa, deve essere per te l'unico orizzonte. Panorama condensante immagini sublimi di soddisfazione vicendevole. Metà della coppia, sei tu. Devi essere perfetto per lei, e devi darle le stesse sensazioni che tu cerchi in lei. Quello che cerchi in lei, devi esserlo tu per primo. Un continuo do ut des. Quello che cerchi, è lei. Non devi fermarti prima, accontentarti. C'è una vita sola, e

Elogio alla ragazza in costume

Finita la stagione del caldo che permette di andare al mare, di pensare di essere in vacanza, e iniziata la stagione delle scuole aperte, della routine quotidiana che riprende, io mi sento di dover ringraziare tantissime persone che, durante questa per me inutile estate passata a sopravvivere, mi hanno tenuto compagnia senza saperlo. Giovani ragazze naviganti in un'età che fino a centocinquant'anni fa significava maturità, matrimonio e figli in arrivo, le attuali sedicenni, diciassettenni e diciottenni quest'estate hanno dato il meglio di sè. Trasgressive in costumi minimali che lasciavano non solo poco all'immaginazione, ma mostravano chiaramente più delle forme concesse dalla pubblica morale come accettabili da mostrare in pubblico. Tumide labbra vaginali mostrate in rilievo con un orgoglio inconscio meritevole di applausi. Capezzoli non curanti della loro sovraesposizione attraverso la leggera tela estiva. Adolescenti consapevoli del proprio corpo al limite del &quo

Finale di stagione (ovvero: "What deserves to be highlighted, has to be highlighted")

E’ logico e ovvio che con l’inizio della mia stagione preferita io debba sentire l’impulso violento di parlarne. Autunno, dai senso a tutto ciò che di romanticamente significativo c’è: la musica in macchina; le felpe calde e i cappucci tirati sulle frange tagliate di fresco; le scarpe pestate nelle pozze sporche di fango e foglie, che buttano al naso, più che un odore, una sensazione. L’autunno ti porta a guardare gli edifici con uno sguardo grigio, torvo. Tutto diventa color seppia. Il cielo ti sussurra: copriti. Non si vede persona scoperta: rinasce il pudore. L’autunno è retrogrado anche in quello: lo scoprirsi è sintomo di  volersi scoprire , non più di necessità per combattere il caldo. Se ti scopri, c’è un motivo. Se ti togli la felpa, o è per seduzione, o per follia. In parte questa regola vale anche per l’inverno, ma l’inverno è poetico solo per chi vuole vendere dischi di natale. La musica in macchina acquisisce significato , foglia dopo foglia caduta sull’asfalto, pozza dopo

Lo Zibaldone (ovvero: come bere e scrivere allo stesso tempo)

La possibilità di successo si infrange contro l'ottusità del pensatore che non sa agire, e che nella scala sociale ti sta sopra. A quel punto, tutto ti deve spingere verso la rivalsa, verso la rivoluzione, che sia essa minima o massima: minima qualora tu voglia solo rovesciare l'ordine stabilito in precedenza; massima, quando sei pronto ad uccidere l'ottuso, l'intralcio verso il successo. PENSIERO PRIMO L'incipit non deve trarre in inganno il lettore: non sto cercando di citare il pensiero di nessuno. Quello che dovrebbe essere, questo incipit, è una lettura della situazione attuale che si sta delineando con le persone con cui ho a che fare. Benchè anche io potrei essere soggetto a una sorta di "rivoluzione" come citata nell'incipit, poichè anch'io tante volte mi sono ridotto a pensare e riflettere anzichè agire, chiunque si sia trovato sotto di me avrebbe potuto o dirmi di levarmi dalle palle, o uccidermi. E' il diritto naturale nella sua for

Il remake di un remake

Ho voluto credere alle tue scuse, ho strappato poche parole per rimanere aggrappato alla speranza di non perderti. Ti ho strappato un: "Sei pesante". Poteva andare meglio. E' stato bello sperare. Sono bravo a sperare: se studiassi allo stesso modo di come spero, sarei in pari con gli esami. La speranza sarà pure l'ultima a morire, ma io tenevo attaccato il respiratore ad un morto. E' stato lì, a respirare, per due o tre settimane; sono stato ad aspettare che aprisse gli occhi, ma non c'è stato niente da fare: è arrivato il Dottor Realtà e mi ha guardato, glaciale, indifferente, e avvicinandosi a un centimetro dalla faccia ha detto: "NON TI VUOLE PIU', adesso sgombera la stanza che seppelliamo il morto". Una storia è finita, per l'ennesima volta. Sono single, per l'ennesima volta. Quando finisce una storia e non sei tu ad averla voluta finire, devi "elaborare il lutto", fartene una ragione ed andare avanti. Essendo, però, fini