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Visualizzazione dei post da agosto, 2013

Vale

Nel cortile dove una volta sorgeva la casa dei miei nonni paterni ho scorto, pochi giorni fa, un piccolo presepe automatico in gesso, di quelli che hanno una piccola fontana all'interno a ciclo continuo, in modo che una volta acceso, dietro le piccole figure della Sacra Famiglia, si possa ammirare il minuscolo sgorgare scrosciante di poche gocce d'acqua da tre o quattro fori, nascosti dalle decorazioni scolpite nel gesso. Ho trovato il presepe a faccia in giù, in mezzo all'erba a tratti alta, a tratti mangiata dal sole e dall'incuria, a una decina di metri dal perimetro di quella che era la casa dei miei nonni paterni. All'appello della Sacra Famiglia manca San Giuseppe, disperso nella caduta del suo quotidiano vivere, cioè quella stampa di gesso di dubbio gusto e qualità. Il presepino è recente; risale a Natale 2011, o meglio: Natale 1 a.T.. Natale dell'anno uno, avanti Terremoto. L'ho preso in mano, gli ho dato una ripulita con una manata, ma sapevo già

L'importanza di essere "visualizzato alle" (e non ricevere risposta)

Senti la testa stringersi nel buio, senza accorgertene lasci le immagini andare fuori fuoco, guardi nel vuoto. Lo stomaco si stringe a pugno, vorresti continuare a guardare la serie tv in streaming, dipingere. Guardi nel vuoto, disassato e scoordinato, non capendo quello che succede. Questi sono sintomi di una delusione notturna, a cui seguono rabbia, poca voglia di dormire o molta voglia di dormire - questo dipende dai casi- e poca voglia di svegliarsi - questo sempre, anche senza delusione notturna. Aspetti il messaggio di chiarimento e non arriva, aspetti una tranquillità che rimane dall'altra parte della rete, e rimani lì ad aspettare, nel buio, con la testa che stringe e pulsa, il petto più sensibile del solito, le labbra serrate, i pugni chiusi. La calma acquisita dall'esperienza ti induce a non fare come facevi una volta, magari mandando messaggi minatori ("Rispondi cazzo, ti rendi conto che sto male porco dio??"). No, appunto: calma apparente, ipocrisia pro

Metti l'odore di fallimento a fine estate

Inizio ad avere quella netta sensazione di aver perso tempo. Quell'ansietta che va a nozze con i mugugnii dell'autocommiserazione, tipici di chi si rende conto di aver perso mesi e mesi senza aver vissuto giorni, anche pochi, che possano farmi dire "ne è valsa la pena, ho vissuto un'esperienza, me ne ricorderò". Finisce un'altra di quelle estati in cui sai di non poterti ricordare niente tranne piccole sensazioni, per lo più di diniego, che mi faranno dire, mentre la ricordo "che estate inutile, pigra, dormiente, sfasata". Questa è l'estate del nulla. Grigia. Estati rosse, gialle, arancioni, che ti hanno fatto gridare alla rinascita dello spirito, sono lontane anni che sembrano secoli da questi tre mesi di nulla vergognoso. Mi ero ripromesso di andare in Irlanda, di imparare una lingua, di essere in pace con tutte le persone che potessero darmi qualcosa di positivo e alle quali potessi dare qualcosa di buono di me; sono riuscito, paradossalmen