E se ti dicessi che...

 In tutti questi anni, ho avuto parecchie storie. Non mi ricordo nemmeno tutti i nomi. Molte persone sono state grattate via dal muro dei ricordi come le etichette adesive attaccate al legno: se le tiri via con le unghie vengono via male, rimane sempre la colla e un po' di carta, ma diventano illeggibili e dopo un po' di mesi non ti ricordi più cosa quell'etichetta fosse lì a fare.

La mia prima storia è stata straziante, e dopo un anno dalla fine ero ancora lì a stare male, non sopportavo l'idea che la mia prima storia (impegnativa, sostanziosa, la vera storia delle prime esperienze, la storia dell'indipendenza) potesse finire, e fosse finita.

E' scattato un meccanismo che mi ha portato a cancellare le sconfitte con altre battaglie, tutte regolarmente perse. Il non accontentarsi di quello che avevo è stato sempre il mio mantra, il mio movimento interiore.

Un domino: cancellare le sofferenze con altre storie, cioè con altre sofferenze. Siamo delle cortecce sulle quali i nostri cuori incidono con un punteruolo le proprie iniziali, ma iniziamo a sanguinare solo quando i cuori si separano.

(oh santo dio cos'ho scritto...)

La mia ultima storia, come tutte le altre, mi ha fatto vedere una cosa veramente fastidiosa.

Puoi fregartene finchè ti pare, può non essere la storia che volevi, può non essere la ragazza fatta per te, può avere mille, tremila, ventimila difetti uno diverso dall'altro, ma quando finisce la storia prima o poi ti mancherà. E' questa la cosa fastidiosa: la odi, sai che vi siete mollati per giustissime ragioni, per motivi acclarati di incompatibilità, ma ti manca se la vedi per foto di sfuggita, o se senti di lei in giro.

Poi vedi le coppie felici, solide, con mille problemi ma sempre con davanti l'affetto reciproco di coppia come faro illuminante, come motivo per trovare soluzioni ai problemi. Quelle coppie composte da una bella ragazza, di solito un 4,5 oggettivo sulla scala Roickter, con un ragazzo normalissimo, non brutto sicuramente ma non Alain Delon nè Alex Gaudino (perchè Alex Gaudino?), che vivono bene. Insieme.

Su tutte le storie che ho avuto, non ho mai vissuto una cosa così puramente semplice. Lo stare bene insieme, il considerarsi parte di una coppia. Ho sempre avuto la sensazione di non venire considerato come l'unico ragazzo, come un'opzione anche a storia avviata.

Non mi sono mai "accontentato". Quando la ragazza era bellissima, finiva perchè lo voleva lei. Quando la ragazza era intelligente ma carente fisicamente, finivo io, per egoismo.

Non riesco a fingere. Devo ancora maturare questo lato di me. Sono ancora un po' acerbo su un lato.

E se ti dicessi però che una storia così, ogni tanto, mi manca? Una storia semplice, con una ragazza di cui poter essere orgoglioso all'80% (intanto nessuno è perfetto, ma almeno un'ottima compatibilità è un requisito minimo).

Lo sapremo solo nelle prossime puntate...

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